Sulla cosiddetta quarta rivoluzione industriale si è scritto in abbondanza. Il paragone con le precedenti (la meccanizzazione delle macchine a vapore, l’avvento dell’elettricità e il più recente affermarsi dell’automazione grazie ad elettronica ed informatica) è culturalmente accattivante, ma non spiega il perché di tanto interesse e la mole di investimenti in atto.
Il confronto con più recenti evoluzioni in ambito manifatturiero può far capire meglio il livello di interesse. Negli anni ’70 e ’80 il Lean Manufacturing e il modello produttivo Toyota hanno cambiato il modo di gestire i processi produttivi. Negli anni ’90 il progressivo uso dell’outsourcing ha portato alcune produzioni verso Paesi con costi salariali più bassi. Oggi invece i veri fattori per la competitività sono il time-to-market e il soddisfacimento dei bisogni dei clienti. Per questo le aziende stanno ridisegnando reti produttive e processi per portarli più vicino ai clienti ed ai centri di ricerca. Il modello Industry 4.0 porta oltre questa tendenza, verso fabbriche intelligenti sempre più efficienti ed integrate nella gestione dei dati. È il “data-driven manufacturing”, secondo la descrizione che ne dà HBR.
In quest’ottica ci si può chiedere quale sia il contributo che possono offrire le soluzioni software applicative. L’agenzia governativa tedesca GTAI si chiede ad esempio se saranno i sistemi ERP o i MES (Manufacturing Execution System) a dominare la scena dell’industria manifatturiera. Questa dicotomia è più apparente che reale: entrambi rimarranno indispensabili per la gestione dei processi produttivi. Piuttosto, lo scenario più probabile è una progressiva cooperazione ed integrazione fra i sistemi IT di tipo corporate e i sistemi di stabilimento.
In questa evoluzione il ruolo dell’ERP rischia, secondo alcuni, di passare in secondo piano rispetto ad altre piattaforme. Penso invece che un sistema ERP moderno trovi piena ragione di esistere e debba far parte di un nucleo di base di abilità digitali in ogni azienda: un “digital core” indispensabile per supportare con successo una strategia Industry 4.0. A patto però che l’ERP sia dotato di alcune caratteristiche basilari.
Un modello dati semplificato e facilmente condivisibile – L’ERP classico ha una gestione dei dati che impatta negativamente sulle performance delle sue funzioni analitiche e transazionali. Un modello dati semplificato che eviti la necessità di aggregati, indici e altre forme di ridondanza delle informazioni per arrivare alle analisi di interesse permette all’ERP di “pesare” molto meno sull’infrastruttura e di dialogare in maniera più immediata con altre applicazioni e altri sistemi.
Il collegamento con la Business Network aziendale – La supply chain di un’azienda moderna è fatta di un gran numero di interazioni complesse e cross-enterprise che l’ERP tradizionale, progettato per operare tra le quattro mura aziendali, non è in grado di gestire. Oggi le supply chain sono reti estese e non più flussi lineari, un ERP adatto a questo scenario deve (anche) fare da piattaforma comune per i partecipanti a queste reti, attraverso cui eseguire i processi comuni e condividere le necessarie informazioni.
La possibilità di gestire processi molto frammentati – Nei settori manifatturieri, anche quelli più tradizionali, si assiste alla progressiva polverizzazione della produzione in lotti sempre più ridotti, idealmente a “lot size 1”. In questo il sistema ERP diventa quasi una fonte di Big Data e prevede l’analisi di grosse moli di informazioni alla ricerca di correlazioni semantiche complesse fra i dati.
Interoperabilità con piattaforme di sviluppo agili – Il ciclo di innovazione degli ERP, tipicamente annuale o semestrale, deve convivere con i cicli di vita molto più brevi delle applicazioni produttive create con tecniche di “agile development”, magari su piattaforme cloud. Lo evidenzia, tra gli altri, uno studio McKinsey sui punti fondamentali di una strategia digitale per cogliere le opportunità di Industry 4.0.
Tirando le somme, se anche stavolta l’avvento di un nuovo “hype” nei modelli di business ha portato facili profezie sulla fine imminente del buon vecchio ERP, questa non è affatto scontata. Anzi, i “cyber-physical system” invece di provocare il lento declino dei sistemi ERP possono dare loro un utile impulso a evolvere. Condividete questa opinione e siete incuriositi dalle possibilità che si aprono o, invece, la convivenza tra la velocità dell’IoT e la tradizione dell’ERP vi preoccupa? Discutiamone insieme nei commenti a questo post.
Alberto Erisimo
Presales Expert