L’incubo della performance review si trasforma in opportunità di crescita grazie a una piattaforma che semplifica la comunicazione tra manager e dipendenti
Analizzare e tentare di migliorare le performance di un team di lavoro non è di certo semplice. Serve la collaborazione dei dipendenti, un costante spirito di osservazione e software a supporto che siano completi, funzionali e versatili. Stando a una ricerca della Society for Human Resource Management, 9 aziende su 10 svolgono effettivamente procedure di report ma solo 3 di queste credono di farlo in maniera corretta. Per quale motivo?
In tante compagnie i sistemi di gestione delle prestazioni, conosciuti come “performance review”, sono fuorvianti, complessi e lenti. Non di rado, i reparti HR devono dedicare gran parte del loro lavoro a estrarre i dati e assemblarli, in vista delle scadenze prefissate. E questo è un altro punto: di quanta verità è portatrice una metrica di giudizio svolta ogni sei mesi, se non addirittura una volta all’anno?
Diverse indagini neuro scientifiche hanno evidenziato come gran parte delle pratiche di performance review finiscano con il danneggiare la produttività dei dipendenti, invece di migliorarla. Questo accade per due motivi: il primo è che assegnare a una persona un valore numerico su una scala predeterminata crea in molti casi un feedback negativo, conseguenza dell’attribuzione di un indice quasi sempre inatteso e tendente al basso. Il secondo è che le modalità di reporting classiche favoriscono una visione distorta dell’apprendimento umano perché sono inclini a schematizzare il percorso di crescita, prendendo in considerazione i soli compiti professionali. A differenza di quanto accade nella vita privata, dove ognuno può sentirsi portato anche a distanza di anni a imparare uno strumento, la performance review si basa su blocchi di competenze, stabili e fissi. Il risultato? I lavoratori evitano di uscire dal loro guscio, non esponendosi ad altre attività, per restare in un luogo nel quale si sentono al sicuro. La negazione più evidente dell’evoluzione.
Ecco perché il processo di performance review difficilmente viene visto di buon occhio sia dai manager che dai dipendenti. Da non sottovalutare poi il discorso della tempistica, visto che aggregare informazioni globali su lunghi periodi può non tener conto di fasi naturali di calo, problemi fisici, personali e tanto altro. Come implementare dunque un workflow valido, utile a raccontare lo svolgimento della vita in azienda?
La risposta è il “continuous performance management”. Si tratta di un metodo che permette alla forza lavoro di avere un dialogo costante con i manager, in modo da ottenere riscontri tempestivi sulle attività e consigli su come migliorare. I responsabili avranno, a loro volta, maggiore visibilità sull’andamento degli obiettivi di ciascun riporto e un minor grado di difficoltà a fine anno, in occasione della valutazione complessiva.
Una piattaforma come SAP SuccessFactors realizza pienamente un’idea del genere, fornendo un canale comunicativo continuo tra personale e dirigenti, con tutta la semplicità di un accesso da mobile. Seguire lo sviluppo di un progetto, garantire la finalizzazione di task giornalieri, guidare il team verso target più elevati non sarà più un sogno. Risposte rapide e congruenti, in tempo reale e da qualsiasi luogo aprono le porte a una gestione continuata delle performance che rappresenta davvero un valore aggiunto. Con una certezza: incentivando una “cultura” del feedback, le aziende possono migliorare il proprio business partendo dalle prestazioni dei singoli dipendenti, motivandoli e facendoli sentire parte integrante dell’intera struttura.
Margherita Scalfi
Presales Specialist