Integrare nei processi aziendali strumenti innovativi di comunicazione è una necessità sempre più evidente. Ecco come farlo migliorando il proprio business.
La collaborazione all’interno di ogni azienda è un imprescindibile fattore di successo. Non parliamo solo di quelle dinamiche che permettono ai dipendenti di lavorare, contemporaneamente, sugli stessi file o di mettersi in contatto da remoto su varie piattaforme. La social collaboration, come viene intesa oggi, riguarda un insieme più ampio di processi e soluzioni che facilitano il contatto tra le persone, con la condivisione delle informazioni ma anche degli obiettivi di business.
Ad essere cambiata, in una sorta di illuminismo 3.0, è la considerazione dell’individuo come elemento cardine nella complessa catena produttiva. Se finora ogni reparto lavorava per compiti prefissati e quasi indipendenti da quelli degli altri colleghi, con la social collaboration nasce una nuova idea di impresa, in cui chi sviluppa la strategia deve essere sulla stessa frequenza di chi la mette in pratica.
Tranne il caso delle startup, difficilmente la social collaboration è già integrata nella cultura aziendale. È necessario dunque considerare quali vantaggi e benefici certe applicazioni e tecnologie possono portare nel contesto professionale, senza stravolgerne l’assetto originario. Nonostante ogni compagnia presenti peculiarità a sé, sono sei i modi con cui introdurre una soluzione di collaborazione in azienda, con una buona probabilità di riuscita.
Il primo riguarda la scelta dello strumento giusto. Il mercato offre software di varia natura, SAP Jam è uno strumento di enterprise social collaboration che soddisfa la necessità di instaurare una cultura di collaborazione e condivisione all’interno dell’azienda. Il secondo riguarda l’allineamento con gli obiettivi di business. Il punto è che non esistono KPI universali che valgono per tutti. Per questo, la misurazione di quanto la social collaboration sia utile deve avvenire sulla base dei task svolti dai singoli dipendenti.
Connettere gli utenti nel modo giusto è un altro asset fondamentale. La convinzione è che un programma di social collaboration non deve solo collegare le persone ma far si che tale connessione porti un valore aggiunto. Ciò vuol dire aprire le porte a una piattaforma accessibile ai partner, fornitori e clienti, in un connubio comunicativo oramai fondamentale. Ovviamente, c’è bisogno di linee guida che governino l’uso di certi ambienti. Il motivo è che la social collaboration cambia le modalità di interazione tra gli individui interni ed esterni all’azienda, rendendo urgente la comprensione di cosa sia lecito fare e come evitare comportamenti inappropriati.
C’è poi la necessità che le applicazioni di collaborazione siano integrate con i processi di business chiave. In modo da arricchire un processo, prendere decisioni adeguate, avere maggiore esposizione ad informazioni rilevanti e molto altro.
Non bisogna inoltre dimenticare di aggiornare i contenuti e mantenerli sempre interessanti. Ognuno, dal computer, smartphone o tablet, vuole accedere alle informazioni più recenti attraverso un’interfaccia semplice e diretta. Anche gli strumenti di social collaboration devono rispondere a tali esigenze, bilanciando la tempestività, l’organizzazione e la rilevanza delle notizie con una buona dose di completezza e attenzione per ciò che si pubblica.
Margherita Scalfi
Presales Specialist