Nel mondo del lavoro sta entrando una nuova generazione di dipendenti: sono i cosiddetti Millennials, giovani professionisti abituati a usare le tecnologie più attuali e che si muovono in perfetta armonia con i concetti pervasivi di comunicazione, collaborazione e mobilità.
La loro vita personale è social e connessa: a maggior ragione, questi nuovi lavoratori si aspettano che lo sia anche quella professionale.
Non è un’aspettativa “trattabile”: è l’ambiente di lavoro a doversi adattare alle nuove generazioni – e non viceversa – adottando approcci, tecnologie e soprattutto semplicità d’uso, ormai diffuse nel mondo consumer.
Ciò significa che, al loro ingresso in azienda, i nuovi dipendenti dovranno trovare le tecnologie, che preferiscono, per interagire e comunicare anche (e soprattutto) da dispositivi come tablet e smartphone, senza dover “subire” applicazioni aziendali inutilmente complesse – come hanno accettato di fare le generazioni che li hanno preceduti.
Le parole chiave sono collaborazione e relazione, in una forma di social collaboration. Le piattaforme aziendali devono, sin da subito, nel primo processo di onboarding, permettere ai dipendenti di essere in contatto con le persone (colleghi e manager) e i contenuti di cui possono avere bisogno.
Creare un ambiente relazionale con strumenti intuitivi come SAP Jam permette una condivisione spontanea delle informazioni e il giusto mentoring atto a migliorare la formazione dei dipendenti.
Lo stesso deve accadere per i rapporti tra dipendenti e Risorse Umane: favorire la comunicazione e la condivisione migliora, ad esempio, la gestione della performance, perché gli obiettivi individuali e di gruppo sono sempre trasparenti e collaborativi.
Gli strumenti di nuova concezione per il workforce planning e il talent management permettono di mantenere il coinvolgimento dei dipendenti, potendo supportare i processi strutturati di lavoro ma anche la condivisione non strutturata di idee e argomenti in un ambiente fluido e stimolante.
Patrizia Larocca,
CST Consulting