Il problema è che pensiamo di avere tempo.
Sono sicuro che lo studioso e autore americano Jack Kornfield non se la prenderà se lo parafraso leggermente. La questione è questa: da quando lavoro nel mondo della tecnologia si è sempre parlato di cambiamento climatico e riscaldamento globale, ma ora siamo arrivati a un punto critico. In meno di sette anni, il riscaldamento globale sarà irreversibile.
Le aziende stanno iniziando a sentire l’innalzarsi della temperatura – letteralmente e figurativamente. Gli studi mostrano che gli anni futuri saranno più caldi che mai. Allo stesso tempo, c’è una crescente pressione perché le imprese vadano oltre i bei rapporti di sostenibilità e dimostrino effettivamente l’impronta di carbonio dei loro prodotti e agiscano per ridurla.
I consumatori e i clienti non solo apprezzano la sostenibilità, ma sono pronti a pagare per essa. Più di due terzi sono disposti a pagare di più per i brand che si comportano in modo sostenibile e responsabile tutelando l’ambiente. Un recente studio che abbiamo condotto con Qualtrics ha evidenziato che la stragrande maggioranza dei consumatori italiani e spagnoli sceglie il proprio fornitore di servizi (ad esempio acqua, gas ed energia) in base alle sue politiche ambientali e sociali. E gli investitori stanno attivamente ignorando le aziende che non sono all’altezza delle loro credenziali “verdi”: gli investimenti in strategie a supporto della sostenibilità sono più che raddoppiati negli ultimi cinque anni, raggiungendo 1,3 trilioni di dollari nel giugno 2020.
In SAP, non consideriamo questa situazione una minaccia. Al contrario, ci rendiamo conto che la sostenibilità offre incredibili opportunità.
Oggi abbiamo la possibilità di rimodellare il modo in cui prendiamo le decisioni, incorporando gli impatti economici, sociali e ambientali nelle nostre attività quotidiane e nella pianificazione delle supply chain; possiamo integrare la sostenibilità come una nuova dimensione del successo nelle nostre applicazioni analitiche e transazionali; e ancora, possiamo misurare il nostro successo non solo basandoci sui tradizionali KPI finanziari, ma anche su metriche di sostenibilità come l’impronta di CO2, il consumo di energia e acqua, e l’utilizzo del suolo.
Per molte aziende, questo implica una revisione profonda nel loro modo di fare business. Fortunatamente, le tecnologie digitali rendono semplici i cambiamenti necessari per gestire un’organizzazione non solo in base a misure finanziarie top line e bottom line, ma anche dedicando un’attenzione particolare alla green line. Naturalmente, aiuta il fatto che abbiamo una comoda unità di performance misurabile, sotto forma di CO2, che consente di guidare e tracciare i progressi a livello globale, nazionale e di singolo settore.
Un rapporto di GeSi, la Global eSustainability Initiative, ricorda che l’utilizzo di tecnologia innovativa aiuta a ridurre le emissioni globali di carbonio del 20% entro il 2030, mantenere le emissioni ai livelli del 2015 e disaccoppiare efficacemente la crescita economica dalla crescita delle emissioni. In altre parole: non è necessario inquinare per prosperare e crescere.
Di conseguenza, un numero crescente di nostri clienti sta utilizzando software e dati per incorporare l’impatto della sostenibilità direttamente nei loro processi di approvvigionamento, di produzione e pianificazione dei trasporti. Un tempo l’attività di reporting sulla sostenibilità era il lavoro di un team creato ad hoc, oggi la pianificazione delle emissioni di carbonio e delle risorse sostenibili sta rapidamente diventando un’area di responsabilità condivisa tra chi si occupa di acquisti e chi pianifica la catena di fornitura end-to-end.
Vi è quindi fermento e stiamo assistendo al sorgere di iniziative interessanti. Ad esempio in Ghana, un progetto pilota innovativo guidato dal World Economic Forum (WEF), Global Plastic Action Partnership (GPAP) e SAP consente di aumentare la visibilità all’interno della catena di approvvigionamento della plastica con la speranza che i benefici ricadano sulle persone, le aziende e l’ambiente. Il Ghana produce circa 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti plastici ogni anno, e solo il 5% viene raccolto per essere riciclato. Il progetto, che coinvolge più di 2.000 raccoglitori di rifiuti, permette alle aziende con spirito civico di pagare un premio per la plastica e offre ai raccoglitori di rifiuti l’opportunità di guadagnare salari più equi. I responsabili degli enti preposti possono anche usare i dati per determinare le posizioni ottimali dove far nascere nuove strutture di riciclaggio.
In SAP, abbiamo recentemente annunciato l’intenzione di diventare carbon neutral nelle nostre operation entro la fine del 2023, due anni prima di quanto già dichiarato. Il Covid-19 ha sicuramente aiutato, riducendo drasticamente le nostre emissioni di gas serra modificando il modo in cui i nostri 100.000 dipendenti lavorano e viaggiano. Con i dipendenti che lavorano prevalentemente da casa, le emissioni di carbonio generate durante la tratta casa-ufficio-casa e dal funzionamento degli edifici che accolgono i nostri uffici sono diminuite. Di conseguenza, SAP è stata in grado di superare del 43% il suo obiettivo di riduzione delle emissioni nette di carbonio nel 2020, generando 135 kilotoni (kt) invece dei 238 kt previsti.
Mentre il nostro obiettivo di zero emissioni di carbonio si applica principalmente alle nostre attività, l’obiettivo climatico comprende anche la catena del valore a monte e a valle. Usiamo energia rinnovabile al 100% per alimentare tutti i nostri data center dal 2014 e, grazie al nostro green cloud, offriamo ai clienti soluzioni cloud a emissioni zero.
Ma forse la nostra più grande forza risiede nella nostra capacità di aiutare gli oltre 400.000 clienti SAP in tutto il mondo a implementare misure di protezione del clima attraverso soluzioni innovative come il programma Climate 21 o il nuovo portfolio di soluzioni specifico per la sostenibilità che abbiamo annunciato tra aprile e giugno.
Quando si tratta di responsabilità ambientale, siamo nel decennio dei risultati. Il momento di agire è adesso.
Testo a cura di Claudio Muruzabal, SAP President for Southern Europe, Middle East and Africa